“I luoghi dove si ha pianto, dove si ha sofferto, e dove si trovarono molte risorse interne per sperare e resistere sono proprio quelli a cui ci si affeziona di più”
Giorgio Bassani
Ferrara è una città vasta e spaziosa, questi sono i due aggettivi che meglio la descrivono. Vasta perché è grande e spesso vuota, deserta; spaziosa perché vi si può passeggiare assai comodamente in magnifiche strade che sembrano tracciate con la squadra, di una lunghezza impressionante.
Gabriele D’Annunzio (1898) la descrive come “la città del silenzio, dalle vie piane e grandi come fiumane che conducono all’infinito”.
Giuseppe Ungaretti (1932) la descrive come “la città che ha grandi viali infiniti, o meglio che finiscono in un addensarsi di silenzio e di piante”.
Termini come silenzio ed infinito ricorrono spesso nelle descrizioni di questa città che, non a caso, è anche la città “metafisica” per eccellenza in quanto è stata la culla e l’ispiratrice di quel movimento pittorico che vide la luce proprio qui grazie all’incontro fortuito di artisti come Giorgio De Chirico, Carlo Carrà, Filippo De Pisis. Elementi chiave delle opere di De Chirico e della pittura metafisica sono le immense piazze prive della presenza umana in cui emergono elementi bizzarri come manichini, busti di marmo e colonne classiche. Ferrara, con la sua bellezza rinascimentale, il fascino dei suoi monumenti storici e le fabbriche contemporanee, ispirò l’artista e invase le sue tele.
Quando si parla di Ferrara, inoltre, non si può non parlare del suo assetto urbanistico. Ferrara entra nel 1995 tra i siti patrimonio dell’Umanità perché ha mantenuto ben conservato sia il suo tracciato urbanistico medievale sia quello rinascimentale.
Quindi due città in una: a nord si estende la “città rinascimentale”, la città del Principe, verdeggiante, vasta e spaziosa, definita “prima città moderna d’Europa“; a sud si sviluppa la “città medievale”, con strade e vicoli stretti e tortuosi, in cui non a caso sorse anche il Ghetto ebraico: si tratta dell’impianto urbano più antico, quello della città fluviale, o lineare perché si formò lungo l’antico corso del fiume Po.
Nella parte rinascimentale, dalle forme aperte, ci si mostra e ci si ostenta, nella parte medievale, dominata da spazi chiusi e angusti, ci si nasconde. Queste due dimensioni, ostentazione-reclusione, così antitetiche sono anche le due anime del romanzo simbolo di Ferrara, “Il giardino dei Finzi Contini”, del ferrarese Giorgio Bassani. Ferrara è anche considerata la “città giardino” per antonomasia. Moltissimi palazzi ferraresi sono caratterizzati da splendidi giardini interni, che si nascondono alla vista, poiché si gioca con l’alternanza tra vuoti e pieni. Il vuoto del giardino sfuma in qualche modo il pieno della costruzione e delle imponenti facciate.
Itinerario classico
A PASSEGGIO PER LA CITTA’ ESTENSE
Ferrara è una città che si presta benissimo ad una visita guidata fatta di soli esterni. Passeggiare lungo le sue strade “lunghe e diritte come una spada“, come le definì lo stesso Biagio Rossetti, l’architetto di corte, attraversare le sue ampie piazze, fino a perdersi tra i vicoli, dai nomi curiosi e stravaganti, della zona medievale e del Ghetto, permette al visitatore di ripercorrere le principali vicende storiche della città, dal medioevo fino all’età contemporanea, riuscendo appieno ad apprezzare il raffinato mondo degli Estensi e a cogliere il patrimonio di straordinaria ricchezza disseminato un po’ ovunque che rese Ferrara la “città ideale” del Rinascimento.
L’itinerario di mezza giornata/giornata intera prevede le seguenti tappe:
Quadrivio degli Angeli – Palazzo dei Diamanti – Corso Ercole I – Castello di San Michele – Rotonda Foschini (Teatro Comunale) – Piazzetta Savonarola – Cattedrale di San Giorgio – Palazzo Municipale – Piazza Trento e Trieste – zona del Ghetto ebraico e delle Sinagoghe (Via Mazzini, Via Vittoria) – Via delle Volte.